PARTECIPA AL REFERENDUM : Si vota dal 24 febbraio al 3 marzo sul futuro della Giostra dell’Orso, Il voto potrà essere espresso dai soli residenti a Pistoia tramite il sistema regionale “Open Toscana”. Verrà richiesta una risposta secca – sì oppure no – sull’eventuale ripresa della manifestazione quest’anno.
Si vota accedendo dal sito del comune o da questo link :
http://open.toscana.it/web/giostraorsopistoia
Per chi ha difficoltà il comune pone a disposizione pistoiainforma (dal lun al ven 9-13/15-18), le sedi decentrate (orari non noti) e la biblioteca S. Giorgio ( lun 15-18; da mart a sabato 9-12/15-18)
Le ragioni del nostro No alla Giostra dell’Orso di Pistoia
Oipa ha partecipato insieme ad Enpa alla Campagna per l’abolizione della Giostra dell’Orso attraverso dei manifesti che sono stati affissi nelle strade del centro cittadino, questi manifesti riproponevano una foto di cronaca di quanto accaduto nel 2014, a questo proposito mi chiedo: Quando una foto fa paura? Quando racconta la verità.
Ogni anno, in manifestazioni cittadine che usano i cavalli in competizioni simili, si registrano dei casi di ferite da caduta che portano spesso alla soppressione del cavallo; è necessario quindi intraprendere una riflessione sulla pericolosità di gare che mettono in serio pericolo la salute e la vita dell’animale, nonché degli stessi fantini.
Da anni, assieme alle altre associazioni di protezione animali della nostra provincia, ci occupiamo della questione della Giostra dell’Orso, auspicando che l’utilizzo degli animali per il puro divertimento possa cessare. Consapevoli della difficoltà nello sradicare una manifestazione della cultura locale, ci siamo sempre impegnati perché la Giostra dell’Orso fosse portata avanti nella massima sicurezza degli animali coinvolti.
Ma nessuna regola salva i cavalli, come abbiamo scritto nei manifesti per la campagna contro la giostra dell’Orso e come hanno anche dimostrato i tristi fatti del 2014 che hanno portato le istituzioni comunali a prendere la decisione di sospendere la manifestazione. Nonostante gli accorgimenti e le attenzioni adottabili per la buona riuscita della gara, è impossibile infatti escludere il rischio che i cavalli possano ferirsi a morte. Ci chiediamo quindi se è mai possibile che lo spettacolo sia più importante del benessere dei cavalli che ne sono i primi protagonisti.
Perchè il nuovo regolamento non basterà?
L’OIPA , da sempre in difesa dei diritti fondamentali degli animali, esprime la sua totale contrarietà a questo evento e a qualsiasi altra manifestazione in cui vengano impiegati animali e in cui venga messa a repentaglio la loro incolumità per il solo intrattenimento. Nel corso degli anni molti sono i cavalli che durante la Giostra hanno trovato la morte: Eloyse, Tornado, Agata, Piccadilly, Japanessa, Fogarizzo, Senape, Uralo, Morghesten, Lupin, Oracle Forze e Golden Storming. Non vogliamo che a questa lunga e triste lista vengano aggiunti altri nomi.
“Quando un incidente si ripete non è più un incidente, non è semplice casualità” È proprio la reiterazione degli incidenti sui cavalli, che ad oggi ci porta ad occupare, in modo ancor più radicale, una posizione di decisa opposizione verso la Giostra dell’ Orso. Tale manifestazione non ha niente a che vedere con la cultura di rispetto e di tolleranza tanto proclamata, ed è anche in contrasto con il sempre più diffuso sentimento di rispetto degli animali.
La revisione del regolamento proposta per la prossima edizione della Giostra, non costituisce nessuna ulteriore tutela per i cavalli che vengono fatti correre in un circuito di circa 140 metri che impone traiettorie pericolose per la loro natura. Nonostante l’Ordinanza del Ministero della Salute del 2009, le cadute, gli azzoppamenti e la morte dei cavalli si sono verificate ugualmente in tutte le manifestazioni di competizione fra equidi, anche se, ogni anno, e ad ogni incidente, sono stati cambiati ed estesi nuovi regolamenti: è questo il motivo per cui abbiamo deciso con Enpa di non partecipare alle Commissioni per la stesura del Nuovo Regolamento. Qualsiasi siano le regole i cavalli correranno in una situazione di pericolo, con tutti i rischi che questo comporta per loro ed anche per i fantini.
Le alternative
Ci possono essere molte alternative per festeggiare il nostro Patrono prendendo esempio dalle città italiane hanno sostituito questo tipo di manifestazioni con splendide iniziative culturali (per esempio il comune di Rho di Milano,dove si sono fatte male anche delle persone, e il comune di Lodi). Nel 2014 la festa patronale di San Jacopo si è conclusa con tanta amarezza nel cuore, Pistoia ha tanta storia per rinnovare, senza l’uso di animali, le celebrazioni di S. Jacopo e in questo ambito le associazioni per la protezione degli animali potranno collaborare in linea con una cultura di rispetto della vita e quindi di civiltà.
Pietà verso il cavallo
Per concludere vorrei citare un piccolo estratto di un articolo di una scrittrice pistoiese, Francesca Matteoni. Nel suo articolo Francesca cita il filosofo italiano Piero Martinetti da cui prende spunto per una riflessione personale che vorrei condividere con voi:
Francesca Matteoni scrive:
Scriveva, il filosofo, di un presentimento pietoso. Un presentimento che dovrebbe impedirci di compiere consapevolmente più male, di esserne causa quando si può evitare, della già abbondante dose di male che l’uno all’altro ci infliggiamo mentre siamo intenti a vivere e darci un senso.
Un cavallo è un animale grande eppure docile; è un erbivoro, non sbrana, occorre parlargli con pazienza, dicono gli etologi, ringraziarlo spesso. Cosa prova un cavallo lanciato in corsa in un circuito stretto e sabbioso, con gente che urla e che si fa gli affari suoi, con niente all’orizzonte che assomigli a una corsa libera? Cosa prova un cavallo quando la zampa cede, come è successo nel 2014, quando baracolla e si spezza, quando lo devono tenere fermo e in un assurdo gesto di pietà sparargli fino alla morte? Lo sapete voi che pensate che non sia poi così importante? Lo so io che non riesco a non pensarci? Lo sappiamo, eccome, e sappiamo che lo dice in una lingua terribile che è quella di tutte le vittime ed è intraducibile, ma tutti la sentiamo. Ha paura.
Ecco, perché io voterò contro la Giostra dell’Orso, voterò indipendentemente dal giudizio di amici o parenti, indipendentemente dal dibattito sull’animalista buono e l’animalista cattivo, indipendentemente dal senso comune, che dice di passare oltre, dopotutto è solo un cavallo. Anche io sono solo un essere umano. E non voglio avere paura.
Leggi l’artcolo di Francesca Matteoni “Pietà verso il cavallo”